Venerdì 20 marzo l’ARAR e il Planetario hanno organizzato l’osservazione pubblica dell’eclissi di Sole.
Un’eclissi totale per i fortunati che si sono potuti recare alle isole Svalbard per assistere al fenomeno, di due minuti e mezzo di durata.
Un’eclissi parziale per milioni di europei che l’hanno sperimentata, a seconda della latitudine del luogo di osservazione, con un diverso grado di copertura.
![](Cartina.png)
Alle coordinate del Planetario la copertura nella fase massima è stata leggermente superiore al 70%.
Un fenomeno notevole e, tuttavia, pressoché inavvertibile da coloro che non ne erano informati: infatti il calo graduale di luminosità, avvenuto progressivamente in circa un’ora e dieci minuti, era dello stesso ordine di grandezza di quando il Sole viene filtrato da una nuvola non troppo densa.
Di persone informate ce n’erano molte, e molte si sono recate al Planetario per avere un supporto strumentale e informativo durante l’osservazione.
Gli astrofili, che hanno trascorso la settimana precedente con un occhio sempre incollato alla situazione meteo, alle prime luci dell’alba hanno compreso che la giornata era “go!”.
![](A15_1645.jpg) |
Se volete scaricare il numero speciale di Oculus Enoch sull'eclissi, cliccate sull'immagine a fianco |
|
A partire dalle 7.30 le attività di preparazione fervevano nello spazio antistante il planetario.
![](DSCN2684.JPG)
![](DSCN2686.JPG)
All’inizio delle eclissi era schierata un’ampia serie di telescopi, attraverso i quali il Sole, in condizioni di totale sicurezza per gli ospiti, è stato osservato con filtri di tutti i colori e centrati su tutte le lunghezze d’onda.
![](ANG_3423.jpg)
Non mancava una stazione per l’osservazione del Sole in proiezione (secondo il metodo ideato da Benedetto Castelli, amico di Galileo, all’inizio del ‘600)
![](ANG_3483.jpg)
e strumenti poveri ma molto curiosi:
- un telescopio a foro stenopeico, in cui l’immagine del Sole veniva formata attraverso un forellino fatto con un ago in un foglio di stagnola
![](DSCN2699.JPG)
- una “ramina”, o schiumarola, l’attrezzo da cucina per prendere la pasta cotta: ogni forellino formava su un cartoncino tenuto a una certa distanza un’immagine del Sole eclissato, un coro di falcetti di Sole!
![](ANG_3463.jpg)
![](ANG_3458.jpg)
A disposizione del pubblico anche un tavolo con tanti visori solari prestati gratuitamente dai singoli astrofili e dall’organizzazione.
La conta degli intervenuti come al solito complessa da valutare. Abbiamo avute ospiti in ogni caso 6 classi scolastiche (dalle materne alle superiori) con i rispettivi insegnanti, per un totale di circa 200 persone, e almeno altri 300 visitatori, per un totale che reputiamo non inferiore alle 500 persone.
![](image6.JPG)
![](IMG_9770.JPG)
![](IMG_9772.JPG)
Giardini Pubblici strapieni di persone curiose, non solo di vedere l’eclisse, ma di avere una informazione scientifica su quello che stava succedendo.
![](image.JPG)
Passata l’eclissi di Sole, che ci ha regalato momenti esaltanti e un bagno di folla superiore ad ogni aspettativa, rimane la sfida per gli astrofili del Planetario di continuare ad alimentare e a soddisfare, nel pubblico e nei ravennati, la fame di “vedere”, di “fare astronomia” e di capire meglio che cosa accade nel cielo al di sopra delle nostre teste.
![](ANG_3508.jpg)
![](IMG_9806.JPG)
![](IMG_0061.JPG)
![](IMG_0088.JPG)
|